L’angolo del rifiuto VI

 

Trovare qualcosa da dire su Spitty Cash che sia più demenziale della realtà stessa è assolutamente impossibile. E’ un po’ come beccare il Baffo Moretti scolarsi il Tavernello: uno choc inverosimile anche per un logopedista. Spitty Cash, il figlio illegittimo di Johnny Cash e Marra Cash, il sosia mancato di Slash, lo sniffatore compulsivo di Dash, il pivello che ad ogni test fa Crash, il pauroso gangster che è un po’ Trash se il cervello gli fa Splash quando gioca a Squash con gli occhi di un bambino povero dopo un frappé di Gulash e Adidash è il primo uomo che in una sola canzone è riuscito a miscelare i rutti di un macaco leghista, il corso d’italiano di Biscardi, la tabellina del 3,  una colica renale, un elettrodomestico che tritura un chewing-gum, le ronfate del padre, gli strani suoni gutturali di Alf, le lamentele cadenzate di un gatto in calore, le scoregge del nonno costipato, una flebo di sonniferi, l’infrazione della barriera del suono, i belati di Ivan Drago.

 

 

  

 

Fonte: http://www.youtube.com/user/ilmitikoalby

 

Lo splendido video, con un montaggio e una regia degni di un premio Oscar-rafone, crea un’atmosfera cupa e tenebrosa atta dimostrare la difficoltà della vita di strada, in cui la figura del nostro micidiale fuorilegge, un incrocio tra la ciccia di quello dietro dei Sottotono e lo sguardo penetrante di Gasparri, è esaltata da un look aggressivo e spregiudicato (mudafaccheeeeeeeeeeee): la canottiera di lana della nonna, il braccialetto della cresima, la piastrina del gruppo sanguigno, gli occhiali tarocchi di Men in Black, la visiera da marines lo rendono magnetico e robusto come un frigorifero d’antan. Spitty con due occhiate che ci mettono in mutande sputa le sue verità che ci offendono “Yo…sono tornato…vi sono mancato spero! … Adesso finalmente siamo uniti…facciamogli vedere chi siamo …” e ci rinfaccia le nostre terribili colpe “Era nel 26 agosto del mille novecento otantoto Adesso ne ho diciotto e mi sento quasi morto … inizio la rima, inizio il jack checosì mi sono fottuto due settimane l’anca fuori dove non c’era nessuno ero solo io fra non c’avevo proprio nessuna scelta …” fra geniali smorfie in primo piano in cui cerca di contenere la vescica, gli inspiegabili asincroni tra il labiale e la canzone e le memorabili battaglie tra i soldatini trovati nell’ovetto kinder. E all’improvviso esplode fragoroso l’indimenticabile ritornello “Quando ti guardi intorno, vedi i bambini povri e non solo Ma quando ti guardi intorno, vedi i bambini povri e non solo Lo so che non è facile per loro ma neanche per me Ma ditemi cosa vedete quando li guardate neli ochi eeeeeeh”. (Notare il ricorso frequente alla rima transilvanica che accentua la musicalità dei versi senza mortificare il senso del testo). Qua mi sorgono due domande decisamente fuori luogo: e se per caso i bambini sono talmente poveri da dover vendere anche gli occhi? E se per caso quando mi guardo intorno vedo il pagliaccio di ghiaccio? Tornando per un attimo seri, questo è un ritornello che trasuda malinconia, ed esprime tutta la difficoltà di vivere di questo grande artista, che trova rifugio alla sua infelicità solo nella seconda parte del video: la comparsa dell’anello mancante tra l’uomo e la scimmia in una straordinaria coreografia studiata dall’immenso Elenoir Bellucci, la raccolta delle offertine frutto di tre anni di esibizioni nella metrò de Roma (ben 3,75 euri), l’annotazione sull’agenda della riserva di pasticche per l’inverno, il colloquio telefonico stile Padrino con il suo mito d’infanzia, Giorgio Mastrota, in cui il nostro Spitty urla tutta la sua rabbia: “volevo fare cash volevo tuttòn mi son fatto un cubetto due isolati più in la dove avevo visto che nessuno mi voleva e allora bisognava smettere il rap vivere ammazzare le giornate yè con i frà in giro sì (qua manifesta il suo sogno nel cassetto: massacrare 100 secondi e poi fare un banchetto con lo Swatch del dixan) … ho iniziato a fare una vita normale ma loro mi dicevano che avevo i spalle coperto ma quando mi avevano attaccato loro sono corrrrsi io sono rimasto indetro (traducendo il cashese: una rom gli ha letto la mano ed è scappato terrorizzata) … vedi adesso ho diciottanni e non sto più a ammazzare le giornate con i frà di là questi sono i miei frà questi di qua e adesso un freestyle libero ah? questo è spitty, il disco di spitti, eh? di cash fire, mudafaccheeeeeeeeeeee Milano, roma, sto arrivando!ye…e non dire porca miseria quando c’è spitty nell’area… lo senti nell’aria (l’hai mollata eh?) questa roba è gangsta…fino in cima”. Ho l’irrefrenabile prurito di riascoltarlo immediatamente…

 

Nota #1: dopo questo ascolto molti di voi mostreranno indiscutibili avvisaglie di squilibrio mentale, molti altri invieranno estreme richieste d’aiuto. Mi raccomando: chi ha espresso estreme richieste di aiuto è pregato di non farsi consigliare da chi ha manifestato indiscutibili avvisaglie di squilibrio mentale.

 

Nota #2: Salviamo l’uomo con la tutina dalle mosse improbabili e anche il suo coreografo. La protezione animali ha bisogno anche di te

 

Questa voce è stata pubblicata in Dj Mike. Contrassegna il permalink.

Una risposta a L’angolo del rifiuto VI

  1. valentina ha detto:

    Forte del fatto di essere in ufficio da sola, stamattina l\’ho ascoltato due volte.Ora sto ufficialmente malissimo.

Lascia un commento