Parola di guerrigliero
Perché la mia patria è bella
come una spada nell’aria
e più grande ora e di nuovo
e più bella ancora,
io parlo e la difendo
con la mia vita.
Non m’importa quel che dicono
i traditori
abbiamo chiuso il passaggio
con grosse lacrime
d’acciaio.
Il cielo è nostro.
Nostro il pane quotidiano,
abbiamo seminato e raccolto
il grano e la terra,
sono nostri
e per sempre ci
appartengono
il mare,
le montagne
e gli uccelli.
(Javier Heraud)
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Questa poesia oggi mi sembra scritta da un alieno.Forse, davvero, mi sto abituando anche io a questo concetto di cittadinanza non praticante, da questa malattia di un popolo che si riconosce italiano solo durante i Mondiali di calcio, che per difendere la patria non dico che non rischierebbe la vita ma non rischierebbe neanche di perdersi l\’inizio di Amici di Maria de Filippi.Un popolo senza memoria storica, per cui é normale che un Savoia mi spieghi a Sanremo cos\’è il patriottismo. Un popolo che non si ricorda manco più da che cosa é tenuto insieme.Stasera farei leggere ad alta voce questa poesia ad ogni cittadino italiano (me compresa), solo per sentirgli dire "nostro".